Ани Публикувано 10 Декември, 2022 Сподели Публикувано 10 Декември, 2022 IL CHICCO DI GRANO “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” Vangelo secondo Giovanni 12:24 Il chicco di grano è l’emblema dell’anima umana. Esso è la grande storia dello sviluppo della natura. Se voi poteste stendere le foglie del chicco di grano, se poteste seguire la sua storia, allora arrivereste a comprendere pienamente la storia dell’anima umana. Così come il chicco di grano cade in terra e muore, spunta, cresce e dà seme, così accade anche per l’anima umana. Può darsi che per voi il chicco di grano sia qualcosa di molto modesto, qualcosa, che non costa niente – una sedici-millesima parte del chilogrammo: quanto abbassereste il suo costo, quando un chilogrammo costa un soldo? – però nel chicco di grano c’è forza, possibilità, spirito di rinuncia a se stesso, con la cui potenza esso nutre se stesso e gli altri. E quando voi vi sedete a tavola, non pensate per niente al chicco di grano, non sapete che gioia esso introduce in voi, che pensieri vi porta. Voi non conoscete la sua origine. La gente non lo apprezza, le galline neanche – nessuno gli dà valore. Ma esso è un grande mistero nel mondo. Adesso, che cosa si nasconde in questo chicco di grano. Esso è il simbolo della vita. E se prendiamo la lettera bulgara “Ж”, che è l’iniziale di “grano”, vediamo che essa corrisponde perfettamente al chicco di grano – giù ha due piedini, radici, sopra due rametti. Quando lo seminiamo, esso ci indica la direzione verso cui dobbiamo aspirare. Il chicco di grano ci indica, che dobbiamo aspirare verso Colui, dal Quale siamo usciti – verso Dio; ci indica che per aspirare a Dio, dobbiamo mettere radici, rametti, dobbiamo fiorire e creare cibo per il mondo, ossia che dobbiamo aiutare e sacrificarci per i nostri prossimi, così come il chicco fa. E per questo Gesù afferma in un punto: “Io sono pane vivo, che è sceso dal cielo”. E da cosa si fa il pane? Dal chicco di grano. Le persone contemporanee dicono, che la loro vita è sfortunata, sono tutti scontenti – e anche i re e i principi; iniziando dal più alto al più basso, tutti vogliono qualcosa e quando glielo danno, sono nuovamente scontenti e iniziano a chiedere di nuovo. Allora chiedeteli perché sono scontenti. Cercano qualcosa di più. Però torniamo un momento alla storia del chicco di grano. Quando lo seminano nella terra, voi cosa direste, se foste al suo posto? Direste: Con noi è finita, è sparita la nostra vita, si è seccata! Nel chicco di grano però c’è più fede, che in noi. Quando è sepolto nel terreno, esso si deteriora e si imputridisce, ma comprende subito la lingua del Sole e non appena i primi raggi compaiono, esso si dice: Io non morirò, io resusciterò e porterò frutto agli altri, e in esso si genera energia, e il chicco inizia ad aspirare verso il Sole. Si allaccia, matura. Ma gli uomini non lo lasciano: prendono la falce e lo tagliano. Le sue sofferenze non terminano qui: dopo averlo raccolto, lo stringono nei covoni, lo infilzano con le forche e lo buttano nelle macchine, lo portano nell’aia e lo mettono in dei cumuli, uno sopra l’altro, alti come montagne. Dopo ci fanno passare sopra i cavalli e altro, pressandolo. Cosa pensereste voi, se foste al suo posto? Attraverso questo processo passa anche la vita umana. Chiederete: Perché dobbiamo passare per tutto questo processo? – L’uomo deve estrarre un senso da questo esempio con il chicco di grano. Dopo essere pressato, esso viene tirato fuori e viene deposto nel granaio. Però le sofferenze non finiscono nemmeno qui: lo stacciano, i chicchi buoni rimangono su, gli altri cadono giù, poi via nei sacchi per la macinazione, sotto quei grossi sassi che lo strofinano e schiacciano definitivamente. Se foste al posto del chicco di grano cosa direste? “E questi sarebbero la vita e il mondo che Dio ha creato!” Il chicco però ha grande pazienza; esso dice: “Voi vedrete quale sarà la mia storia”. Diventato farina, lo portano a casa, ma ancora non lo lasciano in pace; la donna aggiunge il lievito e inizia ad impastare il pane. Se voi foste al posto del chicco del grano direste: Le nostre sofferenze sono finite. No! – dopo essere lievitato, lo si porta nel forno e quando viene tirato fuori da lì, noi vediamo quei bei pani. Se foste al suo posto direste: “Finalmente sono terminate le nostre sofferenze!” Solo che dopo un po’ di tempo iniziano a mangiare il pane. In questo modo il chicco di grano entra nello stomaco, si formano dei succhi, e poi i prodotti vanno nella nostra mente, e cosa succede? Nel nostro cervello si formano dei grandi pensieri, nel nostro cuore – dei nuovi desideri. Il chicco di grano porta l’abito, che vestono i nostri sentimenti, esso si versa nella piuma degli scrittori e dei poeti, si versa nella mano del violinista. Ecco è questo che dà il chicco di grano. E se questo grano non fosse passato per questo processo di sviluppo, non avremo mai visto queste belle cose della natura. Perché? Perché il chicco di grano ci dà forza per guardare e vedere. Per questo Cristo afferma: “Io sono pane vivo”. E perché l’uomo sia vivo deve essere in comunione con il suo ambiente, immergersi dentro per aiutare ed essere aiutato. Così come il chicco di grano è passato per questo processo, così anche noi dobbiamo sacrificarci allo stesso modo. E il sacrificio non è così pesante. Volgiamo ci adesso verso la storia della vita di Cristo, verso la storia del popolo ebreo. Come vi spiegherete questa contraddizione: un popolo aspetta il suo Salvatore per migliaia di anni, il suo Re che gli dia la libertà, e giusto quando Egli arriva, è proprio l’elite ebraica che inizia lamentele verso di Lui? Voi direste, che se Cristo venisse nei nostri tempi, avreste fatto meglio. Ne dubito. E vi riporterò un fatto. Guardate come agisce l’uomo con la donna e viceversa, e saprete come avreste agito con Cristo. Quando la Verità compare nel mondo, essa non veste abiti da festa, ma porta la più umile veste, e per questo anche Cristo venne tra il popolo ebraico in questa semplice forma. È per ciò che le persone non riescono a comprendere la Verità. Tali sono le leggi di questo mondo. Ma c’è anche un’altra legge nel mondo, che si manifesta nella luce solare. Quando il sole inizia a splendere sopra tutti gli essere sulla terra, questa luce, che nelle persone reca gioia e felicità, in altri crea odio e cattiveria. La luce, che verso alcuni causa buona predisposizione, di altri ne istiga la ferocia! La luce e il calore su di un lupo lo inducono a pensare dove può trovare delle pecore, e mangiarle; quando queste stesse cadono su di un ladro, egli inizierà a pensare come rubarvi i soldi; se cadono su un uomo che cerca di fare del bene, questo altro penserà a trovare una persona povera ed aiutarla. Date un chicco di grano alla gallina, essa formerà delle belle piume; datelo al maiale ed esso formerà una buona setola; datelo al lupo che migliorerà così i suoi denti e le sue unghie; datelo ai pesci – loro formeranno delle belle squame. I fisiologi non riescono a spiegare questo processo. Ogni essere adatta il cibo, il calore e la luce in accordo con il suo sviluppo ed intento. Potete capire questa legge, gustando questi due mondi. Non vi si può spiegare perché nelle persone c’è il male, perché essi preferiscono l’odio all’amore, la bugia alla verità. Questo non possiamo spiegare; molte domande con il “perché” rimarranno inspiegate. La parola bulgara “perché” è una parola interrogativa, che significa: “Io voglio”. Perché dobbiamo volere? C’è una legge, che dice che dobbiamo aspirare al progresso. Cristo afferma che se il chicco di grano, caduto a terra non muore, rimane da solo in questo mondo. Cosa è la solitudine nel mondo? La solitudine è la sofferenza più pesante, che l’uomo possa mai provare. Moltiplicarsi – è questo il senso della vita. Tutte le sofferenze nel mondo, derivano dal fatto, che le persone vogliono vivere da sole, per se stesse. Ogni male nasce da questo desiderio di essere soli e di diventare il centro del mondo. Nelle leggi Divine ciò è impensabile. I nostri pensieri e i nostri desideri subiscono fiaschi perché gli erigiamo sulla sabbia. Nel mondo possiamo essere felici solo se viviamo per Dio. E dobbiamo vivere per Egli. La spiegazione di questa cosa la troviamo nella natura stessa. Quando il sole sorge la mattina, esso sorge per tutti, perché esso ama tutti; esso è attento verso tutti gli esseri viventi, dai più inferiori a quelli superiori, e per questo tutti alzano gli occhi verso di esso. Da lì viene quella energia che vi fa resuscitare e vi innalza. Non ci dice mica il sole, che dobbiamo entrare in esso? Esso ci dice di approfittare dalla bontà, che esso ci dà, e così come esso splende sul mondo, così anche noi dobbiamo gettare luce, chiarore verso coloro che ci sono intorno. Nella nostra mente esistono alcuni concetti rivoltosi, che provengono dalla nostra vita individuale. Per esempio, se entrate in una casa dove c’è una sola finestra, e dove ci sono 20-30 visitatori, voi gli direte: “Voi non avete il diritto, io voglio solo guardare!” e quando voi guarderete il sole, tutti gli altri saranno privati dalla sua luce, mentre voi dovreste chiamare anche loro, mostrarli la strada per uscire da questa casa e di vedere così la luce. Per questo non è buono che l’uomo tenga molte persone con sé, perché non è mai possibile che tutti insieme beneficiano dalla luce e dal calore solare. Gli dovete dire di uscire di fuori. Per questo Gesù dice: “Chi ama se stesso più di quanto ami Me, non è degno di Me.” Quindi se un essere si avvicinasse troppo alla finestra, otturerebbe l’orizzonte per gli altri. Tenetevi più lontano, a 20-30 trenta passi. È una condizione fisica. Con questo Gesù vuole dire che la vita non è beni materiali; essi sono solo dei semplici aiuti, così come i libri, i quaderni e le penne rappresentano degli aiuti per l’allievo. Non penserete che Dio ha preparato per voi solo queste piccole cose: Egli vi ha preparato cose più grandi. Chiedete ad una rana quale è la sua comprensione della vita; essa dirà: “Sopra la palude, nella quale vivo, vorrei che volassero più moscerini, e che fossero più vicini a me, in modo che gli prenda.” E se doveste vederla, che guarda filosoficamente e in silenzio, essa starà osservando le mosche: spera che si avvicinino a lei per catturarle. Camminando per questa scala in su, non dobbiamo pensare, che siamo già al culmine del nostro sviluppo: in questa scala di sviluppo tra noi e la via, verso la quale aspiriamo, c’è ancora molta strada da fare. La distanza tra gli uomini e gli angeli è così grande, che ha quasi un rapporto come quello tra la rana e l’uomo. Dal punto di vista degli angeli noi siamo ancora delle ranette. Alcuni sostengono: “Ma le persone, non sono fatte ad immagine e somiglianza di Dio?” Però loro non hanno ancora raggiunto una tale immagine e somiglianza. Voi vedete che cosa facciamo. Per poter dire: “Siamo fatti ad immagine e somiglianza a Dio dobbiamo avere le qualità di Dio. E quali sono le sue qualità? Esse sono Virtù, Amore, Saggezza e Verità. La Virtù esclude il male, l’Amore – l’odio, la Saggezza – la pazzia, la Verità – la bugia. Se sono escluse queste cose da noi, avremo somiglianza a Dio; se non sono escluse, noi siamo ancora delle ranette. Non ho niente in contrario a questa rana; essa deve mangiare le mosche. E perché si mangia le mosche? Ve lo dirò. Siccome la mosca, come insetto, vive più in alto, allora la rana, che ha anche l’aspirazione di volare nell’aria, vuole assorbire le vibrazioni della mosca, vuole svilupparle per poter volare. Perché il lupo mangia le pecore? Egli deve mangiare le pecore, per diventare più mite, perché mangiando cose buone, diventiamo buoni. Degli attori hanno fatto delle prove, quando volevano interpretare un ruolo di amore ideale, mangiando a lungo carne di agnello, perché questa carne predispone a sentimenti di questo tipo. Perciò il lupo ha il diritto di mangiare le pecore, se desidera essere più benevolo. E sicuramente diventerà tale, perché adesso il lupo è molto più placido rispetto a come è stato un tempo. E del fatto che le persone mangiano agnelli e galline, vi dirò, che essi mangiano carne di pecora, perché vogliono diventare belli, mangiano anche le galline, perché desidero diventare alati come gli angeli. E avete il diritto di mangiarli. Il male non è nel mangiare. Quando vietano di mangiare un certo cibo, ciò è per via della considerazione di non causare sofferenza all’animale, che viene usato per questo alimento. Dico, che potete mangiare. Andrete nel pollaio, e presa la gallina, se essa non schiamazza, potete ucciderla e mangiarvela. Se schiamazza, lasciatela. Stessa cosa l’agnello – se fa il verso, lasciatelo: esso vuole vivere. Conseguentemente voi glielo dovete chiedere. Chiedete quale gallina e agnello vuole vivere in voi. Cristo dice: “Io sono pane vivente, e chi Mi mangia, avrà vita eterna.” Per poter comprendere le parole di Cristo, dobbiamo purificarci: purificare sia la vista che la mente. La nostra mente è un’arma stupenda quando sappiamo come usarla; ma essa diventa un arma molto pericolosa, quando non ne siamo capaci. Quando arate con l’aratro un campo non seminato, questo è un vostro diritto; voi seguite una legge naturale. Però quando arate un campo già seminato, state facendo una stupidaggine. Alcune persone dicono: “Noi dobbiamo pensare e criticare, perché scienza senza critica non può esistere”. Criticare, ma come? Critica, come la chirurgia – di tagliare fuori la parte ammalata dal corpo umano, capisco, che è utile, però tagliare una parte sana, non lo capisco. Per un uomo, essere un tale chirurgo non è una cosa difficile: ognuno lo può, prendendo una sega, tagliare il piede a qualcuno; ognuno di voi ha questa abilità, ma sono pochi coloro, che sanno fare correttamente la loro operazione chirurgica. Per imparare, dobbiamo per forza apprendere la legge della Virtù e dell’Amore. Quando vi parlo dell’Amore, non intendiate che io vi stia trasmettendo un insegnamento di pace e tranquillità; l’uomo, che vuole amare deve gustare le sofferenze più atroci del mondo; chi non ha sofferto, non può sperimentare questo principio Divino dell’Amore. Per amare Dio, dobbiamo essere pronti a sacrificarci, così come Dio si sacrifica per noi. Per conoscerlo, voi dite: “Dio! Dacci quello che ci serve. Dai, dai, dai!” – ecco l’urlo che si sente da un capo del mondo all’altro. E mai i soldi sono stati così poco costosi, come lo sono oggi; ognuno di noi prende oggi, forse 3-4 volte uno stipendio più grande, di quanto un tempo prendeva la gente, e di nuovo non abbiamo abbastanza. Il denaro è stato svalutato, perché non c’è niente che corrisponda ad esso. E noi dovevamo chiedere grano, orzo, pere, mele. Voi dite: “Dio! Voglio essere bello, voglio essere ricco.” Voi volete impossessarvi di molte cose, ma non sapete che ciò è una sfortuna per voi, perché non appena diventerete ricchi, ognuno penserà di farvi del male, e per salvaguardarvi, vi serviranno, come agli americani ricchi, 3-4 guardie del corpo, perché ad ogni passo gli vogliono estorcere. E a noi non servono le ricchezze, ma quelle cose di base, che fanno la vita buona. Noi abbiamo abbandonato lo sviluppo del nostro cuore e conseguentemente dobbiamo tornare verso questo principio basilare – sviluppare e far nobile il nostro cuore. Il male non è nidificato nella mente, ma nel cuore. Ognuno di noi deve chiedere al suo cuore cosa esso desidera. Il nostro cuore si è sporcato per colpa nostra; noi lo abbiamo spinto a mentire, a pensare il male ecc. Dio dice nelle Scritture: “Figlio mio, dammi il tuo cuore”; Egli conosce e vede gli errori delle persone e vuole da noi nient’altro, che di aprirgli il nostro cuore, in modo che Egli entri in esso. Chiederete come? Allo stesso modo, come apriamo la finestra per far entrare la luce nella nostra camera. È detto: “Stanza, nella quale entra la luce, lì medico non entra, malattia non regna”, oppure “Dove la luce non entra, da lì il medico non esce”; allo stesso modo in quel cuore umano, dove è entrato Dio, il diavolo non entra. Dio è proprio il medico in questo senso. Il medico, quando viene, dice: “Tu devi mangiare di più, devi bere di più, devi fare questo e quello, e noi sopportiamo, sopportiamo, fino a che la schiena non si rompe. Noi assomigliamo spesso a quel cammelliere, che viaggiava attraverso il deserto, e il quale cammello a malapena portava il suo carico sulla schiena; trovando per strada una pelle di volpe, la prese e la buttò sulle spalle dell’animale, solo che la schiena del cammello si ruppe e il carico rimase nel deserto. La schiena del cammello può portare solo un determinato carico. Il cammello – questo siamo noi; siamo noi, che viaggiamo, e se mettiamo sulla schiena un peso superiore a quello che possiamo portare, un giorno inciamperemo nel nostro sviluppo. Io con questo non vi consiglio la povertà; io vi consiglio una ricchezza in tre campi differenti – non solo fisica, non solo mentale, ma anche spirituale. Il Cielo vuole queste persone ricche, perché loro possono essere generose. E quando Cristo dice: “Raccogliete i tesori, Egli intende questi tesori”. Investite questo vostro capitale nel Cielo, in modo che dagli interessi, Dio possa nutrire le persone povere in terra. Non sono gli angeli, che causano la nostra salvezza, siamo noi stessi che dobbiamo fare questo. E abbiamo tutte le condizioni per farlo. La legge non dice che dobbiamo essere tutti sapienti allo stesso modo; ognuno deve sapere quanto gli è necessario. Qualcuno dice: “Il mio cervello è piccolo”; io gli rispondo: “Se non sei capace di prenderti cura di un cavallo piccolo, come puoi pensare di guardarne uno grande; se hai un cuore piccolo e non sei capace di governarlo, come governerai un altro, più grande, che ha dei desideri più grossi?” Che cosa dobbiamo fare? Non dobbiamo pensare al futuro, ma dobbiamo usare tutte le opportunità che ci dà il giorno odierno, a fin di bene; questo giorno ci porterà tutti i beni futuri. La legge è tale, che Dio, che ha determinato le condizioni di questo giorno, le darà anche per gli altri giorni: non c’è motivo di pensare cosa succederà con noi in futuro, ma dobbiamo essere sereni: ci sono diverse leggi che regolano i rapporti umani. Che qualcuno possa fare un danno, questo non è per niente casuale; ciò succederà secondo la legge stessa. Ogni disgrazia, però, vi porterà una benedizione; ogni sofferenza vi aprirà gli occhi per un nuovo orizzonte. Questo lo potete verificare sempre, e perciò non dovete preoccuparvi delle sfortune, che vi possono capitare. Alcuni mi chiedono a proposito della vita politica della Bulgaria: “Che cosa succederà con essa?” Cosa stupefacente! Che cosa è successo fino ad ora? Alla Bulgaria le stanno facendo un po’ di massaggio – questo è tutto. Le hanno sottratto un po’ dal peso che ha addosso; le hanno dato una nuova esperienza e un nuovo compito da risolvere. Noi non ci mettiamo a pensare ragionevolmente sulle leggi, che regolano la vita, ma cerchiamo i colpevoli. Dite, chi è colpevole? I colpevoli adesso non li troverete. Colpevole è la vita individuale dell’uomo. Quando l’uomo vuole diventare re sugli uomini, allora ha della colpa. E quello, che vuole far cadere un re, anche egli ha della colpa. Per noi non è importante chi è che fa il re – uno o l’altro, terzo o quarto: tutti seguono lo stesso cammino. Non dico che l’uomo non deve desiderare di diventare re o regina. Ma di chi? Di se stesso, re della sua mente, del suo cuore, della sua volontà. Come sono i vostri sudditi – i vostri pensieri, sentimenti e desideri, gli avete sottomessi, avete messo ordine e metodo in voi stessi? Siate i primi a dare un esempio al mondo. Che predicatore sarei io, se mi rivolgessi alle persone dicendogli: “Siate generosi, mentre io stesso sono avaro”; dico: “Non rubate, mentre io stesso rubo”; dico poi: “Non mentite, quando io stesso mento”? Un maestro, che istruisce la gente, deve essere un modello – deve dare da solo l’esempio. Anche Gesù, quando scese a dare insegnamento alle persone, diede per primo il modello, e se noi apprendessimo il suo insegnamento, il mondo cambierebbe subito. In noi è nascosta una forza dinamica, che non riusciamo a usare, perché non sappiamo come lavorare. Una volta un pruneto si mise in mezzo ad una strada diventando un ostacolo per le persone; passavano i viaggiatori e gli davano tante mazzate con i bastoni, però più lo colpivano più egli cresceva, fino ad arrivare a capovolgere le carrette. Tutti si trovarono in un grosso guaio; venne però un tale con un piccone e disse: “Anche io voglio mostrare la mia arte” e da lontano-lontano cominciò a scavare dal di sotto le radici; il pruneto inizialmente si mise a ridere: “Così tante persone non sono riuscite a farmi qualcosa, non sarai mica tu a spaventarmi?” Però il piccone arrivò a scavare in profondità e ad un certo punto il pruneto si mise a dire: “Questo figlio di buona madre ha trovato il mio punto debole”. Fino a quando voi non metterete un piccone a lavorare in voi, il pruneto starà sempre a ridere di voi e a dire: “Io crescerò di più.” Questa è un’allegoria che dovete capire. Chi è questo piccone? Pensate e troverete. Noi dobbiamo sempre essere al posto di un giudice. Ad esempio, nella guerra civile americana portarono due delinquenti, uno cieco, l’altro – senza gambe; il loro reato era costituito dal fatto seguente: andavano a rubare le mele. Il giardiniere gli aveva trovati e portati dal giudice, però il cieco iniziò a dire: “Io sono cieco, io non ho rubato le mele, però ho allungato le mani e ne ho preso qualcuna da terra; quello invece, senza gambe iniziò ad urlare: “Io non ho le gambe e non posso andare a rubare”. Dopo aver riflettuto, il giudice disse: “Mettete lo storpio sopra la schiena del cieco”, e aggiunse: “Quello, che ha gli occhi, ha trovato le mele, e quello che non ha le gambe, ma ha le mani, ha raccolto le mele”. E realmente, gli hanno presi così. Tale è fatto anche l’uomo – ognuno è composto da due esseri, uno – cieco, l’altro – senza gambe. Quando Dio gli coglie al momento del misfatto, ognuno di loro si mette a dire: “Non ho raccolto, non ho toccato, non ci ho messo piede; Dio però dice: “Mettete l’uno sopra l’altro” e così gli giudica. Chi è senza occhi? L’istinto umano. Quello senza gambe? La mente umana. Ed entrambi si mettono a dire: “Andiamo a rubare qualcosina, si mettono bene e vanno a rubare mele, e quando gli prendono, il primo dice: “Perché mi picchiate?” e l’altro pure: “Perché mi picchiate?”, però sono colpevoli tutti e due. L’evoluzione ci è utile; ci aspettano dei beni migliori; però dobbiamo diventare un sacco intelligenti, molto buoni, maturare come uomini, per fare in modo che questa eredità ci venga data. Queste tre cose che ho elencato – Virtù, Giustizia, Saggezza – sono delle grandiose ricchezze, e quando voi gli possederete, sarete sani e felici. Però direte: “Come possiamo applicare questo insegnamento nel mondo?” – Non è richiesto a noi di aggiustare il mondo; il mondo è aggiustato, nel mondo non ci sono anomalie, tutto segue un certo ordine; gli eventi, naturali o politici, sappiamo perché arrivano, non c’è motivo di invertire questa corrente. Però una cosa è necessaria – la rettificazione individuale della personalità del mondo, appartenente all’uomo o alla donna che sia. Quando si rettificherà la personalità, si rettificheranno anche i suoi bambini – figli e figlie, e quando si rettificheranno loro, si rettificheranno anche i loro prossimi, e tutto il mondo di per se stesso. Come sarà il lievito, così sarà anche la lievitazione. Questo è il principio, che ha deposto Cristo, e Cristo agisce, affinché esso sia realizzato. E così, come una larva muta e formando qualcos’altro più in là, allo stesso modo anche il mondo si innalzerà e diverrà qualcosa di meglio. In questo mondo c’è una grande agitazione, perché tutti quelli che non riescono a farsi il bozzolo, si preoccupano di come trascorreranno l’inverno, che si avvicina. La mutazione, conseguentemente, deve accadere nella nostra mente, nel nostro cuore, nella nostra volontà, e quando accadrà questo mutamento, sentiremo, che in noi c’è una certa forza interiore. Allora noi saremo in contatto con quegli esseri superiori, che sono avanzati e che chiamiamo santi. Entrando in contatto con loro, la nostra mente si illuminerà, così come gli allievi si illuminano tra i loro maestri. I santi sono i maestri dell’umanità, e noi tutti dobbiamo farci dirigere da loro – loro insegnano al mondo come esso deve vivere. Però voi direte: “Dove sono questi maestri, in quale posto sono? Noi vediamo le loro immagini in chiesa” Ogni cosa ha la sua ombra, e da essa noi possiamo trovare l’oggetto. I vostri desideri nel mondo sono un ombra, le vostre aspirazioni – anche; voi volete comprendere l’essenza, dovete seguire la legge – dal cuore in su, verso la mente, dovete pensare a Dio. Come possiamo immaginarci Dio? Noi possiamo immaginarcelo come l’Uomo più buono e perfetto, nel Quale non c’è nessuna malvagità, nessun odio, Che ama le persone, come un vero padre che ama i suoi figli – tale è la relazione di Dio verso di noi. Cosa pensate voi, Egli ci sente adesso o no? Egli ascolta e lavora nelle nostre menti. La disposizione, che abbiamo ogni giorno è grazie a Lui. Così come il sole ci dà buona disposizione interiore quando sorge quotidianamente, così i minuti felici della nostra vita ci sono grazie a questo sole interno, che ci ha illuminato. Anche nella vita spirituale c’è il sorgere ed il tramontare. All’età matura il sole è all’apice – voi vi trovate nel giorno, in vecchiaia voi tramontate per poter risorgere di nuovo. Dio sorgerà nei cuori e nelle menti di tanti, ma per altrettanti però non sorgerà. Coloro, nei quali Dio sorgerà, avvertiranno gioia e felicità, mentre quelli, per i quali non sorgerà, diranno: “Per noi la vita è disgrazia, amarezza e sofferenza.” Loro dovranno aspettare. Perché? Perché in loro non ci sono condizioni per il sorgere; perché se sorgesse prematuramente, sarà una sfortuna per loro. È meglio che adesso riposino. Non dico, che moriranno – anzi, per niente; io vi cito una legge. Quando si parla di tramonto, ognuno pensa al morire. Che cosa è il morire? Questa è una supposizione. Ognuno di noi deve essere morto per poter raccontare che cosa è la morte; mentre adesso se lo immagina soltanto. In uno dei suoi racconti Tolstoj ecco cosa narra: incontra un monaco russo dell’età di 85 anni, con la barba bianca, e lo interroga: “Quali erano le cause che ti hanno spinto a diventare monaco?” E il monaco raccontò in corto la sua storia così: “Io vengo da una famiglia nobile; quando avevo 21-25 anni, mio padre e mia madre volevano farmi sposare una nobile; in quel momento sono caduto in un sonno letargico, sono venuti i dottori, mi hanno toccato il polso – “Il cuore si è fermato, lui è morto” notarono loro, e vollero seppellirmi; mi sono detto: “Mica questa è la morte? Non potevo dare segno che sono vivo; venne la mia fidanzata e suo padre, e ascoltai che egli le diceva piangere un pochino – “Che dica la gente, che lo hai amato.” “Non l’ho mai amato, amo la sua ricchezza” rispose lei; e io mi sono dissi: “Se Dio dovesse farmi tornare nel mondo, io inizierò una nuova vita; quanto è dura essere vivo e non poter dire, di essere vivo!” Non c’è nulla di più atroce, di quando ti rinchiudono vivo. La disgrazia più grande è di rimanere con giorni e mesi nella terra e di non poterti liberare dal corpo; questa è la prigione più pesante – un vero inferno! Se fossimo stati puri, avremmo saputo quando l’anima è uscita dal corpo e non ci sarebbero mai state queste sofferenze. Dopo che il medico dice, che il malato non è vivo, subito la gente dice: “Alzate lo!” Gli faranno un bel sarcofago e lo porteranno via con canzoni e musica. Dove rimane il loro amore? Questo è l’amore della gente e della società! Qualcuno dice: “Io vi amo”. Come? Così come il gatto ama il topo, o come il lupo l’agnello? Anche questo è amore. Però è un amore, dal quale il mondo soffre. E l’amore, che è utile al mondo, è di amare gli altri e di aiutarli ad essere felici, così come noi siamo felici. E per questo Gesù ha detto: “Quello, che crede in Me, farà quello, che Io faccio, e chi ama Me, lo amerà anche il padre Mio e verrà e farà una casa in egli.” Voi dite: “Che cosa succederà con la Bulgaria?” Io vi chiedo: “Che cosa succederà con voi?” Non sapete, che il diavolo ha preso tutta la vostra proprietà, vi ha venduto anche la pelle, e chiedete: “Che cosa succederà con alla Bulgaria?” La Bulgaria – questo siete voi. Dovete pregare, affinché Dio vi aiuti a cacciare questo ospite indesiderato, per poter conservare la vostra proprietà, la vostra mente e il vostro cuore. Il diavolo è il colpevole di queste sofferenze. Non dovete portargli rancore. Io gli faccio lode solo di una cosa – che lavora molto, non si demoralizza mai: se lo cacciate via per una porta egli entra per un’altra; se non vince in un modo, ne cerca un altro, un terzo, un quarto. Ecco un’ottima sua qualità che può dare motivazione. E Dio dice: “Prendete esempio da egli: egli è maestro della gente, le insegna e insegnerà a tutti”; mentendovi tanto-tanto, alla fine voi direte: “Ormai abbiamo imparato le tue bugie e non puoi più ingannarci”. Uno disse ad un suo amico: “Non puoi ingannare la mia scimmiotta”; l’amico andò dalla scimmiotta, iniziò a fare finta di dormire, e anche la scimmia chiuse gli occhi, poco dopo l’amico rubò i soldi all’altro; tornò il proprietario della scimmiotta e iniziò a menargli per bene; la prossima volta la scimmia tenne bene aperti gli occhi, senza dormire, perché sapeva, che c’è la mazza. Con la pratica che acquisiremo nel mondo, dopo aver sofferto, quando arriverà il diavolo, gli diremo: “I miei occhi sono aperti”. Quando iniziate a soffrire, ditevi: “Non ho ancora finito tutto il processo del chicco di grano”, e quando i vostri pensieri e il vostro cuore muteranno, e diventeranno magnifici, allora giungerete ad avere l’immagine e la somiglianza Divina, allora Dio vi farà resuscitare, così come il sole vivifica continuamente il chicco di grano. Lettura del Maestro, tenuta il 23 marzo (vecchio stile) dell’anno 1914 a Sofia. Адрес на коментара Сподели в други сайтове More sharing options...
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