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1914_04_27 I TALENTI


Ани

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I TALENTI

 

Conferenza domenicale

 

Il volume “Ecco l’uomo”, “Vita e Forza”, prima serie, Prima edizione fototipa (facsimile), Casa tipografica “Janua-98”.1999

 

A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità e partì (Matteo, 25:15)

 

Vi parlerò sul verbo 15-esimo del capitolo 25-esimo del Vangelo di Matteo. Non ci sono dubbi, avete letto tante volte questo capitolo, vi siete fermati a ragionare sui talenti; può darsi che avete fatto certe conclusioni, alcune di queste sono state più vicine alla verità, altre – più lontane. Io prenderò questo verbo nella sua interpretazione ordinaria.

 

Quando Gesù diceva una certa frase o parabola, intendeva Il pensiero fondamentale Divino, La legge Divina, cioè Lui parlava non solo per cercare un’occasione per parlare, ma per esprimere certe verità. Adesso possiamo farci la domanda:

 

Perché a uno ha dato cinque talenti, all’altro – due e all’ultimo – uno? Questo è stato casuale oppure intenzionale? Nella natura, tutte le cose che sono state create da Dio non sono casuali – non c’è niente di casuale. Per tante cose noi diciamo che sono avvenute “per caso”, se non possiamo trovare una spiegazione ragionevole. Incontriamo una persona e diciamo a noi stessi che la incontriamo per caso. Una delle leggi della vita dice che il nostro incontro è determinato da certe cause precedenti che hanno provocato l’incontro. Visto che non conosciamo la legge diciamo che c’incontriamo per caso, senza nessun motivo, però non è così.

 

Che cosa dobbiamo capire sotto le parole “cinque talenti, “due talenti”, “un talento”? Ci sono tre tipi di gente: i primi che corrispondono ai cinque, altri – ai due ed i terzi all’unico talento. Adesso, quali sono quelli dell’unico talento? Sono quelli che vivono solo per sé stessi. “Mangiamo tre volte al giorno, beviamo, ci corichiamo, cosicché il nostro corpo diventi più grasso, ci vestiamo bene – Ecco, è per questo che siamo venuti a questo mondo” – dicono loro. Loro sono gente egoista, infruttuosa, senza semi – gente con un talento. E chi sono quelli con due? Un uomo che si è sposato – lui è un talento e sua moglie – l’altro. Si riuniscono i due e guadagnano altri due talenti – danno alla luce i propri figli, diventano quattro e dicono: “Signore, noi abbiamo utilizzato i due talenti; abbiamo fatto crescere i figli e abbiamo guadagnato altri due”. Questo è il primo significato. Nel secondo significato loro sono gente che vive per la propria casa, per la società, per il popolo. Quelli con i cinque talenti possiedono qualche cosa in più. I cinque talenti corrispondono ai nostri cinque sensi; vuol dire che è gente alla quale tutti i sensi – la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto ed il tatto sono al suo proprio posto. Questa è gente con dei concetti e conclusioni giusti per tutto ciò che Dio ha creato; comprendono la natura, capiscono le cose, capiscono le cause e le conseguenze. Loro sono maestri del mondo, loro vivono per tutta l’umanità.  

 

Adesso, facciamo un piccolo calcolo dei talenti che ci sono stati dati: 1+2+5 = 8 talenti. Il numero 8 è un numero casuale? No, questo è il numero del lavoro. La Scrittura dice, che Il Signore ha creato il mondo in 6 giorni, il settimo ha riposato. Dopo ogni riposo arriva una nuova giornata di lavoro. Noi siamo nell’ottavo giorno. Ed Il Signore ha detto alla gente: “Ecco, Io ho creato il mondo, adesso inizia il vostro giorno, lavorate ed Io un giorno verrò a revisionare il vostro lavoro”. Noi viviamo nell’ottavo giorno e visto che non sappiamo come lavorare, facciamo degli errori. Però Il Signore dice: “Lavorate, andate avanti, degli errori naturalmente ne farete”. Quale maestro non aspetta dai suoi allievi che rovinino i libri e che trasgrediscono la scuola? Quale donna che fa i lavori in casa non fa un po’ di disordine? Quale imbianchino non si macchierà mentre dipinge? Quale uomo, mentre lavora, non sporcherà e romperà i suoi vestiti? Nella via del nostro sviluppo non dobbiamo pretendere l’impossibile, dobbiamo sempre aspettare un cambiamento e un impoverimento. Avete paura della morte. Però che cos’è la morte? La morte è un invecchiamento, un  lacerazione del nostro vestito. Questa è la legge. Il corpo pian piano cambia.  La Scrittura dice: “Il Signore ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza”; sì, il piano Divino è così, però visto che Lui ha lasciato noi a lavorare, a creare noi stessi un cervello ed un cuore, un carattere, a educarci, allora mentre stiamo eseguendo questo piano Divino il fatto che sporcheremo un po’ attorno non vuol dire niente. Quando si costruisce una casa, sul posto ci sono sparse pietra, mattoni, sabbia – tante cose; dopo che sarà finita la costruzione della casa tutto questo va pulito ed allora la gente entra ad abitare. Pertanto, noi adesso siamo nel periodo dell’ottavo giorno e stiamo costruendo. E in questa costruzione lavorano tre tipi di gente: c’è chi ha un talento, altri ne hanno due, i terzi ne hanno cinque.

 

Adesso sommiamo i talenti di quello che ne aveva cinque e ha guadagnato altri cinque – diventano dieci; dai due - altri due – quattro, diventano 14 in totale ed insieme ad uno che è stato sepolto nella terra: 15. D’accordo, da questo numero leviamo gli 8 che sono stati dati inizialmente, quanti sono i talenti guadagnati? 7. Che cosa significa il numero 7? Abbiamo detto, riposo. Adesso avete la legge, il pensiero che Cristo ha nascosto dentro, il quale pensiero percepisce solo chi conosce La Scrittura – cioè che, chi vuole riposare dovrebbe aver lavorato e che, chi non ha lavorato non deve riposare, perché Il Signore che ha lavorato sei giorni ha riposato il settimo. Spesso noi diciamo: “Ma quando mi riposerò io!”; ancora non hai iniziato a lavorare, che riposo stai cercando? Hai appena alzato la zappa sulla spalla e vuoi un riposo! Dopo che hai vangato tutto il vigneto, allora già devi chiedere ed il riposo verrà. Dobbiamo capire la legge Divina fondamentale, che il riposo è un risultato dal lavoro. Saranno lieti e allegri soltanto quelli che hanno lavorato; ma lo dice anche Cristo: “Quelli che hanno lavorato, entreranno nella gioia Divina; tutti i beni che Io possiedo possiederanno anche loro”. E che cosa ha detto a quello che non ha lavorato, ma ha sepolto il talento nella terra?  “Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ne ha cinque e il servo gettatelo fuori nelle tenebre, che imparerà lì a lavorare”. Qual è questa tenebra fuori? I vermi che lavorano giù sotto terra. Se non imparerete a lavorare, Il Signore vi trasformerà in vermi e vi metterà dentro la terra per lavorare nelle tenebre, finché imparerete a lavorare. Tutti quelli che vogliono filosofare sulla legge Divina verificheranno se queste parole son giuste o no. Stamattina io vi sto parlando di questa legge fondamentale: dobbiamo lavorare. E soltanto quando lavoriamo per Dio è un lavoro. Quando lavoriamo per noi stessi questo è un operare.

 

Il lavoro s’intende cognizione; quello che ha ottenuto cinque talenti, ha cinque sentimenti – a lui Il Signore ha dato tutte le capacità e le cognizioni necessarie; quello che ha due talenti, anche lui possiede capacità che corrispondono alle sue cognizioni. Farò ancora un esempio. Con un talento – questo è un uomo che assomiglia a un minerale, che non si può riprodurre – lui resta sempre uno. Dentro di esso la luce del sole si rifraziona molto bene, ma esso non può essere un essere ragionevole. Quando il vostro cuore s’indurisce, come un minerale, voi siete un uomo che ha solo un talento. E proprio lì è il pericolo, perché La Scrittura dice: “Priverò il vostro cuore di pietra”. E questo talento si deve trasformare e iniziare a produrre e a svilupparsi. Gli altri talenti si intendono – il chicco di grano, la vita vegetale che sta un po’ più in alto rispetto a quella dei minerali e che si riproduce e guadagna. Che cosa ci possono fornire nella vita i minerali belli?  Moriremmo tutti se contassimo solo su essi per vivere. Grazie al chicco di grano, che porta due talenti, grazie alla laboriosità e grazie ancora a quei cinque talenti, capacità che possiede la nostra mente per una vita spirituale suprema, che ci fa sapere come dobbiamo sviluppare i beni che ci dà Dio, possiamo salvarci da tante disgrazie in questo mondo. Noi dobbiamo farci la domanda che cosa vuol dire “a ciascuno secondo le sue capacità”; questo vuol dire che ognuno di noi deve conoscere le proprie capacità. Spesso la gente dice: ”Io voglio avere  talenti più grandi, attitudini più grandi”. Bene. Se tu non hai utilizzato quei talenti che hai e non sai come svilupparli, chi te ne darà di più? Ognuno di noi ha tanti talenti, che se gli avessimo sviluppati questi sarebbero sufficienti per creare una base per cinque talenti. E invece cinque talenti ne hanno pochi. Io credo che la maggior parte di voi, che sta qui ad ascoltare, ha due talenti, anzi, di sicuro potrò dire che tutti avete due talenti. Ma se trasformerete questi due talenti in quattro, sarà diverso. E che cosa significa il numero 4? Che dovete trovare il processo di purificazione della vostra vita. Avete bisogno di acqua, però essa è torbida, dovete trovare un mezzo per filtrarla, no? Se la bevete insieme al fango vi nuocerà. Allora il numero 4 è il processo Divino attraverso il quale i nostri desideri e pensieri in questo mondo si filtrano. Quello che ha due talenti dovrà lavorare finché completa un colino. E sapete quanto costa esso? Chiedete a un lattaio, andate in un caseificio e chiedete a quelli che fanno il formaggio che cosa resta nel colino. Da esso può uscire soltanto il siero. Il vostro colino è la vostra mente critica che dovete avere per le cose del mondo. Quando dite di qualcuno che è una persona che critica dovete sottintendere che lui ha un colino, nel quale mette qualcosa per filtrarlo, il prezioso resta, l’inutile cade giù. Dipende che cosa state scolando; se state scolando un formaggio, esso rimane nel colino, però se state filtrando acqua, l’acqua pura, limpida uscirà dal filtro ed il fango resterà in esso. Il vostro filtro dovrà avere due qualità essenziali, quindi due talenti: quando utilizzate uno dei talenti, il prezioso deve restare nel filtro; quando utilizzate il secondo talento il prezioso deve uscirne fuori. Farò un altro esempio. Il colino con il formaggio – questo è il vostro granaio, l’acqua fuori del colino – questo è il vostro grano, seminato fuori, sul campo – nella vita. Il primo talento deve essere utilizzato dal frutto che vi ha dato Dio ed il secondo talento dovete seminare – lavorare con esso. Nel mondo ci sono diverse destinazioni – alcune volte voi raggiungete successo nelle vostre iniziative, altre volte – no. Questo assolutamente non vi deve scoraggiare, perché chi ha pochi talenti e ne vuole ottenere di più, deve lavorare di più. La legge è così. È pericoloso per chi ha un talento e non ha mai lavorato con esso. La prima cosa che è richiesta da noi è sapere come lavorare.

 

Io vi ho detto che voi avete due talenti, chiederete quali sono? La vostra mente e il vostro cuore – questi sono due talenti. Direte, però: “In che cosa potrò utilizzare la mia mente?” – A un uomo gli si rompe il veicolo, lì, per strada, voi state passando di là, avete la conoscenza, riparategli il veicolo, lui vi sarà riconoscente e qualche volta, al suo turno, anche lui vi aiuterà. In questo caso anche voi guadagnate. Il secondo talento – questo è il vostro cuore. Qualche uomo è malato – il vostro cuore deve spingervi a visitarlo e a servirlo. I due talenti – questi sono le radici della vostra vita. Sotto “cuore” dobbiamo intendere le radici della nostra vita e sotto “mente” – i rami e le foglie fuori. Voi sapete che nella natura esiste una proporzione tra le radici e i rami. A ogni rametto corrispondono piccole radicine sotto la terra e quando sotto si secca qualche radice, sopra si secca anche  il relativo ramo.  La legge che dovete rispettare è questa: sapere, che se dentro di voi si secca un desiderio, tassativamente si seccherà anche un pensiero; se si seccano due vostri desideri, si seccano due pensieri, se si seccano tre desideri si seccano tre pensieri e un giorno, quando i vostri sentimenti si saranno atrofizzati completamente, si seccheranno tutti i rametti e vi trasformerete in uomini che possiedono solo un talento. 

 

Prendiamo un uomo che ha cinque sensi – vista, udito, olfatto, gusto e tatto – qual è il ruolo che questi sensi hanno nella nostra vita? Queste sono le cinque porte attraverso le quali l’uomo entra in questo mondo, attraverso le quali noi possiamo sperimentare la natura – cinque zone dalle quali noi possiamo acquisire ricchezze. Un uomo che è privo di udito, nel pieno senso della parola, è un uomo stupido; essere privo psichicamente dalla vista vuol dire essere privo dalla possibilità di vedere la verità; essere privo di olfatto in senso psichico vuol dire essere privo del suo intelletto; essere privo dal gusto vuol dire essere privo d’amore etc. – esempi come questi ne possiamo elencare tanti. Ogni nostro senso corrisponde a una grande virtù Divina e ognuno di noi deve osservare se i suoi sentimenti sono in armonia con il suo cuore, se sono collegati con la verità. Se guardiamo a questo mondo, esso è un vestito della verità; il mondo visibile è un’espressione della verità; in ogni foglia, sassolino, sorgente, roccia ci sono grandi lezioni; dentro ci sono nascosti grandi conoscenze. Oh, quante verità ci potrà svelare la natura! Prendiamo un sassolino, lo facciamo rotolare un po’ e lo buttiamo via – diciamo, che non vale niente. Noi non abbiamo capito il significato di questo sassolino. Oppure prendiamo un fiore, rompiamo un po’ le sue foglie e lo buttiamo via – non vale niente; non abbiamo capito il significato di questo fiore. Arriviamo adesso al nostro udito: sentiamo la parola “amore” – questa è un fiore.  Abbiamo capito il significato di questa parola, che cosa significa essa? No. Che cos’è?” – ci chiediamo noi stessi – “Niente”- e lo buttiamo via. Sentiamo la parola “verità’” e diciamo: “Questa è una parola vuota”. Allora che cos’è più importante per voi? “Che un uomo mangi e dopo che mangia beve un bicchierino di vino”, dicono alcuni. Quanto si tratta di soddisfare il gusto, questo è vero, però non tutto si conclude nel mangiare. È vero che l’uomo deve mangiare, ma secondo questa legge dei cinque talenti deve mangiare cinque tipi di cibo – ogni senso deve essere nutrito con il suo cibo corrispondente; se non lo nutriamo così quello si atrofizza.

 

Vedete che il cristianesimo è una scienza, esso non è per divertimento. E sapete che scienza è il cristianesimo? Esso è una grande scuola, con le sue elementari, medie, universitarie, accademie e coloro che vengono ad ascoltare in questa scuola devono comprendere ciò che ascoltano. Io non voglio gente con un talento e che lo hanno sepolto; nella scuola nella quale io insegno voglio gente con due talenti. Perché? Perché non voglio perdere il tempo con un lavoro arido. Voi avreste voluto allevare pidocchi o pulci? Questi sono gli esseri con un talento. Tutti i parassiti sono gente con un talento, pigroni che vivono per conto degli altri e che aspetta una grande punizione. Esaminate gli spiriti, quando viene uno spirito prima vi mettete a studiarlo; se è con due talenti, accettatelo e dategli da mangiare; se è con un talento sepolto non lo accettate, se è con un talento – buttatelo fuori, lui è un pidocchio, una pulce, lui è un lupo che non può essere nobilitato. Però alcuni dicono: “Questo uomo può essere nobilitato”; io dico che lui può solo allevare pidocchi.  Che cosa ha fatto il padrone con quello che aveva solo un talento?  Lo ha buttato fuori per imparare come lavorare. Non dobbiamo mai incoraggiare l’uomo che ha un solo talento sepolto, dobbiamo dirgli: “Amico, ti aspetta il più grande pericolo nella vita.” Non dobbiamo mentirgli, gli dobbiamo dire la verità. Spesso diciamo: “non c’è niente”. Hai un figlio, se vedi che ha un talento, caccialo via. Che va a girovagare nel mondo.  Direte: “Ma questo non è crudele?” Prendetegli il talento perché’ non sapeva come utilizzarlo. Avete un figlio con un talento, lo mandate all’estero per studiare  filosofia oppure medicina, oppure qualche arte; lui vi scrive: “Papa, mandami 4-500 leva, perché mi servono per questo, per quest’altro” e invece prende i soldi e fa baldorie nelle trattorie; passano 2-3-7-10 anni, il figlio non finisce gli studi, il padre dice a se stesso: ”Beh, è una materia di studio molto profonda”; spende per lui 20-30 000 leva e si aspetta da lui tante cose; dopo 7 o 10 anni il figlio torna però non solo non ha ottenuto la sapienza, oltre ad aver speso tanti soldi, lui torna con 10 gradi in meno di valore, tutto degradato, demoralizzato nei suoi pensieri e desideri; allora il padre dice: “Perché me lo hai dato, oh Signore?”. Se te lo ha dato Il Signore oppure te lo sei preso da solo? Quando un ladro ruba i soldini che non valgono più sarà colpa di quello che li aveva? No, del ladro stesso che li ha rubati. Spesso chi ruba dal Signore afferra ciò che non vale.

 

Naturalmente, con la mia conferenza non vi voglio spaventare, perché non è questo il mio obbiettivo. Quando un allievo va in una scuola, quando lui entra nel laboratorio per gli esperimenti, il Maestro gli deve spiegare le proprietà delle diverse cose e dirgli che se non sta attento qualche esperimento gli potrebbe costare troppo caro. Perché ci sono tanti che per mancanza di attenzione hanno perso la loro vista ed altri sensi.

 

Applichiamo la regola di Cristo nella vita sociale. Spesso mi stanno chiedendo: “Perché la Bulgaria soffre?” Ma voi mettete al capo del governo, come primo ministro un uomo con un talento e volete che questo metterà a posto la Bulgaria; ma come la metterà a posto? Questo uomo, come dice Cristo, deve essere tolto e cacciato via. Per la carica di primo ministro ci vuole una persona con cinque talenti, nemmeno con due. La gente con due talenti dovrebbe fare i gendarmi, i soldati; gli ufficiali devono avere quattro talenti; i generali ed i ministri – cinque e per i re che prendono le decisioni più importanti nel governo occorrono dieci talenti. La Bulgaria soffre perché a capo del governo non si mette gente con cinque talenti; spesso mettono persone che ne hanno uno e poi dopo li chiamano e li giudicano; come vedete anche adesso li stanno giudicando. Questi che hanno rubato sono stupidi, ma quelli che gli hanno dato il potere sono ancora più stupidi.  Un uomo assume un servo incapace e aspetta da quello un lavoro buono, poi dopo si sta chiedendo come mai il lavoro non finisce. E noi invece non riusciamo a capire il padrone piuttosto.  E anche adesso noi in Bulgaria abbiamo bisogno di gente con due, quattro, cinque, dieci talenti. Se li avessimo saremmo il primo popolo nel mondo; non ci sarebbero difficoltà e ostacoli per noi anche se tutti gli altri governi resistessero contro il popolo bulgaro. Allora, io vi assicuro, non potrà accaderci nessuna disgrazia. Per questo, pregate che si crei gente così. Loro arriveranno. Mettiamo questi talenti – due, quattro, cinque- dieci al lavoro.

 

E alla fine vi chiedo: Per che cosa è questo intelletto che ci ha dato Il Signore? Per primo esso è un colino. Avete scolato con esso il latte? Sapete come cagliarlo? Applichiamo nella vita questa legge della filtrazione. Spesso ci si lamenta: “Non ho amici nel mondo!” Perché non avete amici? Quando mi dite: “Non ho neanche un amico” io ormai inizio a dubitare e dire che voi siete un uomo con un talento. Se dite: “A me non vuole bene nessuno” io farò la conclusione che voi siete un uomo con un talento, che avete sepolto tutte le cose Divine sotto in terra; un uomo egoista che vive per se stesso merita di essere senza amici, ed essere fuori, nelle tenebre. È quello che vi sta dicendo Cristo con questi talenti. Chiederete: “D’accordo, qual è questo fermento  con il quale dobbiamo lavorare?” – Voi lo avete, però dovete sapere come far fermentare, come far cagliare il latte. Se il latte è troppo freddo si può cagliare? Non si può. Se è troppo caldo si può? Ancora non si può. Dovete rispettare una legge fondamentale durante la fermentazione: dovete avere buoni sentimenti, buoni desideri per far fermentare l’uomo con un lievito buono, per cagliarlo in modo che non inacidisce, per cagliarlo con la verità e se lo cagliate con essa e voi siete gente con due talenti, allora ne avrete quattro, e quando avete quattro talenti voi ormai siete gente che si salverà, allora siete passati attraverso la legge di Gesù, attraverso il  processo dell’auto perfezionamento, attraverso la purificazione dai desideri cattivi. Questi sono i due talenti che dobbiamo applicare nella nostra vita.

 

Può darsi che abbiate ascoltato altre prediche sui talenti. Essi significano soldi, capacità, forza; essi sono una cosa oggettiva, non soggettiva. Il talento è sempre una forza, importata dal di fuori la quale ci potrà essere data e ci potrà essere tolta via.  I talenti non possono essere mai in possesso dell’uomo, loro sono sempre appartenuti e appartengono a Dio, è Lui che li da’ e li toglie via secondo come ci comportiamo. Voi state nascendo in questa terra, vi dà due talenti e vi dice: “Lavora! Se ne guadagnerai altri due li moltiplicherò, te ne darò cinque, entrerai nella Mia gioia”. Ma anche quando vi ha dato solo un talento, anche per quest’uomo c’è posto nel mondo: se un uomo cosi dirà che vuole guadagnare un altro talento ancora, si salverà. E quando vediamo che un uomo così si sforza e soffre, questo fa vedere che vuole guadagnare un altro talento, perché quando l’uomo soffre dentro di lui soffre quell’essere peccatore primitivo che ha solo un talento. Un uomo così deve passare dall’unità, dal suo “io” dal suo egoismo all’Amore Divino e l’abnegazione. Un uomo che ha solo un talento si deve abnegare per guadagnarne due. Coltivare il vostro cervello ed il vostro cuore – questo vuol dire avere due talenti, e cinque – sviluppare tutti i vostri sentimenti alla perfezione. Sapete che cosa vuol dire sviluppare  tutti questi sentimenti? Tanti guardano, ma non vedono, ascoltano ma non sentono, gustano però non capiscono il bene. Per esempio quando l’uomo gusta il pane, dice qualche volta: “Signore! Ti ringrazio per il pane  che mi hai dato, ti ringrazio per la vita che attraverso il pane introduci dentro di me”? Se non ringraziate questo fa capire che non solo non avete capito che cosa è il gusto, ma non avete capito neanche perché è stata fatta questa bocca. Essa è necessaria per introdurre dentro di lei prima la vita dell’Amore che dà le fondamenta di tutto.

 

Tenete questi pensieri dentro di voi: se Il Signore vi ha dato un talento, pregateLo che sia insieme a voi e che ve ne dia due – è lì la salvezza. Cristo è venuto per salvare il mondo, per salvare soprattutto quelli che hanno un talento. Ma sapete quanti patimenti gli sono costati questi pigroni? Gli sono costati tanto caro. Se un uomo ha un talento, lasciatelo a Dio; io vi dico  - cacciatelo via. Perché? Perché soltanto Dio è in grado di curarlo, di salvarlo, voi non siete in situazione di poter far questo. Quando vi dico: “Cacciatelo fuori” voglio che voi gli facciate del bene con questo, per trovare Il Signore, perché se sta sempre appiccicato a voi lui non lavorerà mai, quando si sentirà abbandonato si rivolgerà al Signore e sarà salvato. Non dategli da mangiare, lasciatelo affamato, che soffra di fame 2-3-5 giorni; che si tormenti un po’ – non c’è niente di male! Ma come mai? Il bambino quante volte al giorno piange? Se non piange la madre non gli darà da mangiare. La gente con un talento – in essi non c’è la vita; quanto può lavorare un corpo morto, tanto può anche l’uomo con un talento. Quanto può sacrificarsi un avaro, tanto può aiutare un uomo con un talento. Dico a tutti che siete qui, che avete due talenti: se assomiglierete a un uomo così e vi trasformerete in un uomo con un talento farete un grande delitto. Voi siete gente che potrà averne quattro e quando Il Signore vi trova a lavorare, voi Gli direte: “Con i due talenti che mi hai dato, oh Signore, ho guadagnato altri due”. Lui dirà: “Va bene, servo, entra nella mia gioia!”.

 

Conferenza tenuta il 27 aprile 1914 a Sofia.

 

Traduzione dalla lingua bulgara: Jeni Dobreva

 

Redazione: Katia Giannotta

 

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