Ани Публикувано 10 Декември, 2022 Сподели Публикувано 10 Декември, 2022 2. Paura e coraggio Preghiera segreta Sono stati letti i lavori sul tema “Il metodo di lavoro più ragionevole”. È bene fare un riassunto dei temi già letti per vedere quali sono i principali pensieri in essi contenuti. Dovete tutti sapere una cosa: in ogni lavoro l'uomo deve iniziare dalle difficoltà più piccole. Scriverò alcuni numeri che addizionerete, e dalla loro somma complessiva dovrete trarre qualche conclusione. 1 – 20 7 – 12 13 – 8 2 – 15 8 – 13 14 – 2 3 – 5 9 – 14 15 – 21 4 – 7 10 – 1 16 – 16 5 – 9 11 – 19 17 – 17 6 – 10 12 – 18 18 – 11 _______ 227 Sarà ancora meglio se ognuno di voi rifletterà per conto suo su questi numeri. Ora, invece, scriverò la frase: «Fir Fjur Fen tao bi aumen». Questa frase significa: «Con una paura minima e un'oscurità minima». Nella via divina, quindi, bisogna procedere con una paura e un'oscurità minime. Perché? Perché una paura minima e un'oscurità minima causano solo un minimo danno e una minima deviazione. Chi ha molta paura non può seguire questa via. Ecco perché, per accedervi, l'uomo deve acquisire l'arte di mantenere nella propria coscienza una paura e un'oscurità minime. La frase «Fir Fjur Fen tao bi aumen» si può tradurre anche con le parole: «Senza paura e senza oscurità!». La paura è generata dal peccato e, a sua volta, genera oscurità. Non confondete, però, la paura con la cautela. Chi ammette l'esistenza di una Causa prima nel mondo, e nonostante ciò ha paura, non ha capito qual è l'essenza di questa Causa prima. E così, come allievi, seguirete la nuova via senza paura e senza oscurità. Chi ha paura perderà la propria luce e, come naturale conseguenza, sopraggiungerà l'oscurità; allo stesso modo, quando arriva l'oscurità, a essa seguirà la paura. Paura e oscurità sono due stati della coscienza umana che devono essere necessariamente regolati. Con che cosa? Con il coraggio e la luce. Altrimenti, al suo ingresso nella Scuola l'allievo si porrà costantemente domande del tipo: «Sarò in grado di seguire la Scuola? Avrò successo? È il momento giusto per seguire la Scuola? Dispongo delle qualità necessarie? E se a un certo punto dovessi crollare? E se tornassi indietro?». No, è un’altra la domanda che l’allievo deve porsi: «Voglio studiare o no?». Se risponde a se stesso che vuole studiare, questo desiderio gli darà la forza di superare tutte le difficoltà della vita. Se avete paura, sperimenterete il versetto delle Scritture: «Quelli che hanno paura non entreranno nel Regno di Dio». E in verità, chi ha paura non può diventare né studioso, né filosofo, né statista. Insomma, chi ha paura non può avere alcun successo in nessun campo, sarà come una lepre. Ma esiste un animale ancora più pauroso: la rana, ad esempio, è più paurosa della lepre e viene assunta come simbolo del materialismo estremo. Analogamente, i materialisti sono persone paurose: se togliete i soldi a una persona ricca e molto materialista questa perderà subito il proprio coraggio. Finché era ricca si trovava nella situazione della lepre, ma quando viene derubata si ritrova nella situazione della rana. Quando pensate alla lepre, dunque, immaginate una persona ricca e materialista che non è stata completamente derubata e per questo motivo scappa, affinché non le vengano portate via tutte le sue ricchezze. La rana, invece, rappresenta la persona che è stata completamente derubata, cui non rimane altro che entrare nell'acqua per trovarvi la propria salvezza. Vi presento ora tre animali che simboleggiano la paura: la lepre, la rana e l'uccello. Se spaventate una lepre essa correrà nel bosco; se spaventate una rana essa salterà nell'acqua; se spaventate un uccello esso volerà nell'aria. Se invece spaventate un uomo, egli deve dire a se stesso: «Senza paura e senza oscurità!». Scrivetevi questa frase in modo chiaro e leggibile, senza aggiungere alcun commento. Chiedo: quando andate a fare un'escursione che obiettivo avete in mente? Di raggiungere qualche alta vetta montana, e per far ciò cominciate a salire, riposandovi di tanto in tanto finché non avrete raggiunto la cima. Applicherete lo stesso metodo anche nello studio della scienza occulta. Mentre cercate di raggiungere un'alta vetta vi riposerete in molti luoghi, e in altrettanti luoghi mangerete per riprendere le vostre forze. Tanti dicono che la scienza occulta sia pericolosa. La scienza occulta è pericolosa, ma soltanto per quelli che hanno paura. Per le persone coraggiose la scienza occulta è priva di pericoli. Quando si dice che la scienza occulta è pericolosa ci si riferisce al fatto che coloro che hanno paura verranno messi alla prova per vedere se resisteranno oppure no. Quando si chiede a coloro che hanno paura di percorrere senza alcuna oscurità la via, essi rispondono: «Come possiamo farlo senza oscurità se per noi la luce è inaccessibile?». Ciò prova che essi hanno paura anche della luce. Ad esempio, quando svaligia una cassaforte, il ladro lavora nell'oscurità; se da qualche parte entrasse della luce il suo cuore sobbalzerebbe. Dunque, esistono due metodi con i quali gli allievi delle due Scuole – quella bianca e quella nera – vengono messi alla prova: gli allievi della prima Scuola avanzano senza paura e senza oscurità, mentre quelli della seconda procedono con paura e oscurità. Dunque, l'allievo della Fratellanza Bianca avanzerà nella via senza paura e senza oscurità, mentre quello della Scuola opposta procederà con paura e oscurità. I giovani devono essere previdenti per sapere su quale via avanzano. Chi si mette in cammino deve inviare qualcuno in avanscoperta per esaminare le condizioni in cui si troverà: se la strada è sgombra, se ci sono ponti costruiti dove serve, se occorre andare a piedi, a cavallo e così via; così, conoscendo in anticipo le condizioni del cammino, egli avanzerà con coraggio. Voi vi siete incamminati molte volte per questa strada e altrettante siete tornati indietro, ma ora, una volta in cammino, occorre che resistiate. Riscontriamo la stessa cosa anche nelle scuole terrene: molti allievi entrano al liceo, ma alcuni di loro finiscono solo il primo anno e poi lasciano la scuola, altri finiscono solo il secondo anno, altri ancora solo il terzo e così via. Sono in pochi a finire il liceo, mentre i più capaci continuano a studiare ancora in qualche università. Nella vita, però, succede il contrario: allievi che al liceo erano capaci poi nella vita rimangono indietro, oppure, allievi che nei primi anni del liceo erano capaci, eccellenti, negli ultimi anni peggiorano. Altri ancora non andavano bene nelle classi inferiori, mentre nelle classi superiori diventano bravi e finiscono il liceo con ottimi voti. Questo è dovuto a un particolare motivo psicologico: quando i genitori e gli insegnanti lodano i bambini in modo eccessivo, in questi ultimi si sviluppa la vanità; questa risiede nella parte posteriore del cervello, dove attira gran parte del sangue, facendo sì che la parte anteriore del cervello cominci a nutrirsi di meno e si indebolisca gradualmente. Ecco perché quando le persone vi lodano troppo, senza volerlo frenano lo sviluppo della vostra mente. Per lo stesso motivo gli insegnanti devono astenersi dal lodare i loro allievi capaci. Il centro della vanità, che si trova nella parte posteriore della testa, è come un ladro che porta via gran parte del sangue destinata alla parte anteriore del cervello. Questo è il motivo per cui la mente delle persone vanitose non può svilupparsi correttamente. Questo è espresso anche nel versetto: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».[1] Dunque, chi vuole sviluppare e far lavorare la propria mente non deve essere vanitoso. È stato osservato che coloro che sono stati molto derisi e presi in giro sono poi diventati scienziati, poeti, musicisti, mentre coloro che sono stati molto lodati, quelli da cui ci si aspettava qualcosa di buono, sono rimasti mediocri. Perché? La mente di questi ultimi non è stata ben nutrita e di conseguenza non ha potuto svilupparsi. Perciò, finché siete vivi, siate sordi sia alle lodi sia alle critiche; quando morirete, allora potrete ascoltare ciò che la gente dirà di voi al cimitero. Ad esempio, qualcuno potrebbe chiedervi: «Tu sei un allievo della Scuola occulta? Sai che da te non verrà fuori niente di buono?». Non prestate attenzione a queste parole. Qualcun altro potrebbe dirvi: «Tu sei un ottimo allievo, non ce ne sono altri come te». Non prestate attenzione neanche a questo. Qualsiasi cosa vi dicano, andate avanti, proseguite il vostro lavoro. Dunque, applicate questo metodo per vedere quali risultati darà, ma non applicatelo per paura: molti uomini, infatti, sono coraggiosi nella vita, ma sotto l'influenza della paura. Questo non è vero coraggio: l'uomo deve essere coraggioso, ma con consapevolezza, non per paura. Anche il gatto, quando si spaventa, in un primo momento si raggomitola, ma poi si risveglia in lui l'istinto di conservazione e diventa coraggioso e pronto a gettarsi sul suo aggressore. Questo non è coraggio, bensì l'audacia di chi teme per la propria vita. La vera audacia sottintende l'essere coraggiosi in ogni momento della vita, in qualsiasi condizione. Detto in termini occulti, l'uomo audace esita esteriormente senza vacillare interiormente. Solo l'Amore di Dio, in quanto perfetto, genera il coraggio; nessun altro amore è in grado di far diventare l'uomo coraggioso, audace. Nel mondo fisico non potete conoscere l'amore finché non conoscete il coraggio: finché il vostro cuore sobbalza dalla paura, qualsiasi cosa possiate dire sull'amore, non starete parlando di Amore divino. Quando l'uomo è spaventato da qualcosa il suo cuore sussulta in un modo particolare. Le energie della paura, infatti, provocano nell'uomo stati psicologici particolari che si riflettono sul cuore come un particolare sussulto, a causa del quale il viso impallidisce. Quando si spaventa, l'uomo dapprima impallidisce in seguito al ritirarsi del sangue verso il cuore, e successivamente si fa rosso, il sangue riprende a circolare, e allo stesso tempo si manifesta anche la rabbia. E in verità l'uomo pauroso teme il parere altrui, si offende facilmente e, quando lo mettono in imbarazzo davanti agli altri, va in collera, si arrabbia. Immaginate che venga da voi un adepto della loggia nera e cominci a tentarvi, a ingannarvi a proposito di qualcosa; voi cedete alle sue parole, gli credete e commettete qualche crimine. Poi egli vi si ripresenta come benefattore e vi offre un metodo per proteggervi, per nascondere il crimine, affinché non sia scoperto; in questo modo, però, sopraggiunge qualcosa di ancora più pericoloso: la menzogna. Dico: l'uomo coraggioso, audace non cade mai in tentazione, e questo l'allievo deve saperlo, perché quando entrerà nella Scuola incorrerà in una serie di tentazioni. In questa lezione vi ho parlato della lepre e della rana in quanto simboli. In questo modo voglio attirare la vostra attenzione affinché, in qualità di allievi, riflettiate su tutti i fenomeni della vita e della natura e su tutti gli oggetti, dandone una traduzione simbolica. Ad esempio, come tradurreste le parole fiume, albero e montagna? E che traduzione dareste di animali quali il lupo, la volpe e la rana? Cosa simboleggiano la mosca e la zanzara? Questi sono tutti simboli che rappresentano il linguaggio della natura. L'allievo deve studiare questo linguaggio per sapere come mai la natura ha creato tutti gli animali, le piante e i minerali. Essa li utilizza come lettere del suo alfabeto, così come noi ci serviamo delle lettere e delle sillabe per esprimere il nostro pensiero. Dunque, quando metteremo tutti i minerali, le piante e gli animali al loro posto avremo come risultato la parola ragionevole, il pensiero ragionevole della natura vivente. Chi vuole studiare questo linguaggio deve cominciare dalle immagini più semplici e andare gradualmente verso quelle più complesse. Preghiera segreta 2a lezione del Maestro, tenuta il 1° marzo 1922 a Sofia Il testo bulgaro originale utilizzato per questa traduzione si trova nel libro Двата пътя – Лекции от Учителя на Младежкия окултен клас – година I - 1922, том I (Le due vie - Lezioni del Maestro per la Classe occulta dei giovani – anno I - 1922, vol. I) Prima edizione a stampa, Sofia, 1934 (pagg. 13-19). Traduzione a cura di Valentina Gencheva e M. Antonio Salvemini per contatti: info.traduzionifraterne@gmail.com [1] La Sacra Bibbia, Gc 4,6. Адрес на коментара Сподели в други сайтове More sharing options...
Recommended Posts
Създайте нов акаунт или се впишете, за да коментирате
За да коментирате, трябва да имате регистрация
Създайте акаунт
Присъединете се към нашата общност. Регистрацията става бързо!
Регистрация на нов акаунтВход
Имате акаунт? Впишете се оттук.
Вписване